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Batterio killer/Germania

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Messaggio  isabella basiglio 03.06.11 4:19

Roma, 2 giu. (TMNews) - Sono circa 2.000 le persone contagiate in Germania dal batterio E.coli, che ha fatto finora 17 morti. Un'altra persona è morta in Svezia. Il ceppo di questo batterio è "molto raro", ha datto oggi l'Organizzazione mondiale per la sanità, e fino ad oggi non aveva mai provocato epidemie.

"Il ceppo, a partire dal caso proveniente dall'epidemia in Germania, non era mai stato individuato in una epidemia prima d'ora", ha detto Gregory Hartl, un portavoce dell'Oms a Ginevra. "Era stato visto in casi sporadici, molto rari" ha aggiunto. Il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha confermato oggi che il batterio killer è un ceppo molto raro del batterio Escherichia coli 0104:H4. Non è stata però ancora individuata la causa dell'epidemia, dopo che è stata scartata la pista dei cetrioli provenienti dalla Spagna.

(fonte Afp)

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Messaggio  isabella basiglio 03.06.11 4:25

Sale a 18 il numero delle vittime, 17 in Germania. Oms: "Variante di Escherichia coli mai vista prima in un focolaio di infezione". Zapatero chiede i danni all'Unione europea, dopo che sono stati messi sotto accusa ingiustamente i cetrioli prodotti in Spagna

Sale l’allarme per il batterio dell’Escherichia coli. E’ salito a 18 il numero delle vittime: 17 in Germania e una donna in Svezia. L’ultimo caso è quello di una donna anziana morta ad Amburgo. La città tedesca al momento continua ad essere l’epicentro dell’epidemia, la cui origine resta sconosciuta, dopo che si è scoperto che i cetrioli spagnoli non ne sono la causa. Circa 2mila persone risultano attualmente contagiate, soprattutto nella Germania del nord. Casi sono stati segnalati anche in altre nazioni europee e negli Usa.

Intanto si continua a indagare sull’origine dell’infezione. L’ultima notizia arriva dai laboratori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, dalle ultime analisi, ha scoperto che il ceppo del batterio è nuovo. E si continua ancora a brancolare nel buio sul veicolo del contagio, con i famigerati cetrioli spagnoli che potrebbero non avere alcuna responsabilità.

La variante di E. coli trovata nei pazienti tedeschi contagiati, riferisce il comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “non è stata mai vista prima in un focolaio di infezione”. Esperti cinesi che hanno analizzato i geni del ceppo di Escherichia coli tedesco affermano che il gruppo “é nuovo e altamente tossico” e che oltretutto ha geni che lo rendono “resistente ad alcune classi di antibiotici”. Il ceppo, ha spiegato il responsabile dell’Istituto di genetica di Pechino che ha studiato la sequenza del Dna del batterio in collaborazione con i ricercatori dell’University Medical Center Hamburg-Eppendorf di Amburgo, è simile a quello EAEC 55989, isolato in passato nell’Africa centrale, responsabile di gravi forme di diarrea. “Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente virulento”, ha spiegato a Ciboscienza Pier Sandro Cocconcelli, docente di microbiologia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza.

La “guerra al batterio”, intanto, si è trasformata anche in una battaglia diplomatica in Europa. Gli attacchi arrivano soprattutto dalla Spagna, che finora ha subito le peggiori perdite per la pessima pubblicità fatta ai propri cetrioli. Il capo del governo spagnolo Luis Zapatero ha annunciato che il suo paese chiederà i danni per il pregiudizio subito dall’agricoltura spagnola. “Le analisi condotte finora sul batterio killer dell’E. coli – ha affermato Zapatero – hanno assolto i prodotti spagnoli dal sospetto di essere all’origine di questa epidemia”. In un’intervista alla radio pubblica Rne, Zapatero ha parlato di un “errore clamoroso” da parte delle autorità tedesche, che la settimana scorsa hanno accusato in maniera infondata i cetrioli spagnoli di essere all’origine della contaminazione, e ha detto che il governo spagnolo chiederà “spiegazioni” in merito. Il premier di Madrid, la cui gestione della crisi è stata a sua volta criticata dal leader dell’opposizione Mariano Rajoy, ha detto anche che la Commissione europea è stata “lenta”, e che Bruxelles avrebbe dovuto reagire con “più determinazione e rapidità” quando le autorità di Amburgo alla fine hanno escluso che l’infezione fosse veicolata dai cetrioli andalusi. Secondo Zapatero non sono state difese con sufficiente chiarezza le “regole del gioco” europee. L’obiettivo del governo di Madrid, ha aggiunto, è ora di “esigere la riparazione del danno causato”, che è “grave”.

Anche Lisbona, come Madrid, intende chiedere un indennizzo a Bruxelles per i danni subiti dai propri agricoltori per la psicosi provocata negli ultimi giorni in Europa sull’origine del batterio killer. Il ministro dell’agricoltura portoghese Antonio Serrano ha detto che Lisbona ha “chiesto un risarcimento per i produttori”. Secondo le organizzazioni agricole portoghesi il crollo delle vendite di verdure in Europa ha già causato un danno per circa due milioni di euro. “La Spagna è il paese più colpito – ha detto Serrano – ma anche il Portogallo è stato molto danneggiato”.

di Emanuele Perugini de il fatto quotidiano
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Messaggio  hurricane 06.06.11 19:17

http://www.sienafree.it/salute-e-benessere/salute/10185-novartis-il-vaccino-universale-per-escherichia-coli-non-e-piu-unutopia

ognuno dotato di una qualche forma di intelligenza..tragga le proprie conclusioni.
leggete la data....
mi pare di ricordare....l'influenza A...
pari pari.....

Novartis, il vaccino universale per Escherichia coli non è più un’utopia
Martedì 04 Maggio 2010 14:51

Grazie alla genomica individuati antigeni di Escherichia coli mai identificati prima
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista PNAS, è di un team di ricercatori di Novartis Vaccines and Diagnostics, guidati da Rino Rappuoli

RinoRappuoli

Rino Rappuoli, responsabile ricerca Novartis Vaccines & Diagnostics
Si svelano i misteri che circondano Escherichia coli (E. coli) e si apre la strada a un vaccino universale in grado di proteggere dalle infezioni causate da questo germe, uno dei batteri più noti agli scienziati, ma contro il quale non è stato ancora messo a punto un vaccino per la grande varietà di ceppi del batterio. L’infezione da E. coli, germe che normalmente vive all’interno dell’intestino umano ove si riproduce a una temperatura di 37 gradi, oltre a essere il responsabile di circa l’80 per cento di infezioni delle vie urinarie, è particolarmente temibile per i neonati. Infatti, proprio questo batterio (in particolare i ceppi che contengono il polisaccaride K1) rappresenta la seconda causa di meningite neonatale.

La speranza di un vaccino in grado di proteggere i più piccoli da questa gravissima infezione causata da E. coli viene da una ricerca del team di Rino Rappuoli, Global Head of Vaccines Research di Novartis Vaccines and Diagnostics, che per la prima volta ha messo a confronto tutti i ceppi di E. coli in grado di dare o meno infezioni, facendo uso della genomica, la branca della biologia molecolare che si occupa dello studio del genoma degli organismi viventi. Grazie a questa approfondita analisi, che ha confrontato ceppi batterici patogeni e non, si è arrivati a identificare 230 antigeni presenti esclusivamente nei batteri responsabili di quadri clinici significativi. Questi antigeni sono stati analizzati per la loro capacità di indurre una risposta immunitaria protettiva, cioè stimolare la produzione di anticorpi specifici in grado di proteggere dalla malattia. In questo modo sono stati identificati i nove migliori antigeni in grado di proteggere dai segni e sintomi legati all’infezione da E. coli patogeni.

L’intera ricerca è pubblicata sul numero odierno della rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e rappresenta un fondamentale passo avanti sulla strada di un vaccino universale in grado di proteggere contro questo batterio. «La genomica offre potenzialità sempre maggiori nella ricerca e grazie ad essa abbiamo trovato antigeni che nessuno aveva identificato prima, nonostante l’E. coli sia uno dei patogeni conosciuti da più tempo e più a fondo - spiega Rino Rappuoli -. Questi antigeni sono in grado di proteggere nei modelli che sono stati individuati, ma sono anche presenti e conservati in quasi tutti gli E. coli patogeni, e quindi hanno la potenzialità per essere utilizzati come componenti di un vaccino universale».
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