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Nel labirinto della paura

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Messaggio  hurricane 03.06.11 4:34

http://www.enci.it/rivista/articolo.php?anno=2011&numero=02&ordine=6


Nel labirinto della paura

Dai sintomi risalire alle cause per una diagnosi corretta ed interventi mirati

I cani, così come i loro compagni umani, possono provare paura di fronte ad alcuni stimoli dell'ambiente esterno. La paura è una risposta emozionale presente in tutte le specie animali e si ritiene che abbia un significato "adattativo": ciò vuol dire che permette all'animale di evitare o di difendersi da uno stimolo offensivo e pericoloso, aumentando così le sue possibilità di sopravvivenza. Spesso una risposta di paura del cane ha modeste conseguenze, in quanto lo stimolo scatenante può essere evitato oppure l'intensità della risposta è blanda; a volte però essa può interferire con il rapporto tra cane e proprietario in modo significativo. E' questo il caso, ad esempio, dei cani spaventati che reagiscono ad uno stimolo arrecando danni a se stessi (cani che fuggono in mezzo a strade trafficate, che si feriscono accidentalmente durante la fuga, ecc) o ad altri individui (reazioni aggressive in cani spaventati). Un altro esempio è rappresentato dai cani che hanno paura dei viaggi in auto costringendo spesso il proprietario a rinunciare a spostarsi con il proprio animale oppure che temono il veterinario, tanto che il proprietario può essere disincentivato dal portare regolarmente a far visitare il proprio cane. Le risposte che un animale può mettere in atto quando ha paura sono normalmente di tre tipi: irrigidimento, fuga e combattimento (secondo la terminologia inglese: freeze, flight or fight). Un cane che si irrigidisce normalmente si accovaccia e rimane immobile; questa risposta è spesso presente se lo stimolo è di bassa intensità o se l'animale è in attesa dell'evolversi degli eventi. A volte però anche una paura molto forte può però portare a immobilità e blocco totale dell'animale. La risposta di fuga è quella messa in atto più di sovente da un cane impaurito, poiché permette di evitare lo stimolo potenzialmente pericoloso e le conseguenze di un contatto con esso. Se il cane non ha una via di fuga o si trova comunque molto vicino alla fonte della sua paura, può invece aggredire con l'intenzione di sottrarsi allo stimolo pauroso (è il caso ad esempio del cane che cerca di interrompere una manualità del veterinario tentando di morderlo). Spesso, nell'aggressività da paura, può mancare la fase di minaccia (ringhio, abbaio, postura da paura, ecc) ed essere subito presente la fase di attacco (tentativo di morso o morso). Qual è la postura di un cane che ha paura? Normalmente un cane spaventato tiene la coda bassa e piegata tra gli arti posteriori, le orecchie portate all'indietro e appiattite sulla testa, gli occhi spalancati e con le pupille dilatate. Il cane può sbadigliare o leccarsi le labbra, può tremare o avere pilo erezione, soprattutto a livello di spalle e fianchi. Se il cane risponde allo stimolo pauroso con aggressività, a volte può portare le orecchie in avanti e scoprire i denti sollevando le labbra, mentre ringhia o tenta di mordere. Spesso, prima della sequenza aggressiva, è possibile osservare i segni caratteristici dell'evitamento (fuga) e solo in seguito quelli dell'aggressività: questo avviene frequentemente quando il tentativo di evitamento non è stato efficace nell'allontanare lo stimolo pauroso. Se l'aggressione si mostra maggiormente efficace nel porre fine a una situazione che provoca paura nel cane, questo può acquisirla come strategia per far fronte alla paura anche quando sarebbe possibile la fuga.
Cambiamenti fisiologici nel cane che ha paura

Quando un cane entra in contatto con uno stimolo che gli induce paura, il suo organismo subisce dei cambiamenti fisiologici immediati che hanno lo scopo di prepararlo a rispondere in modo adeguato al pericolo percepito. Vengono immediatamente rilasciate nel circolo sanguigno le "catecolamine", in particolare adrenalina e noradrenalina, che sono delle sostanze che hanno il compito tra l'altro di aumentare la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, aumentano la frequenza respiratoria (il respiro si fa più frequente), riducono la sensibilità dolorifica, fanno dilatare le pupille, aumentano l'acutezza sensoriale dell'animale: questi e altri cambiamenti fanno sì che l'organismo del cane sia pronto ad affrontare un evento potenzialmente pericoloso. In risposta alla paura l'animale a volte può svuotare vescica, intestino e sacchi anali. La risposta fisiologica di un animale alla paura può in ogni caso variare da individuo a individuo, in base anche alle esperienze pregresse del soggetto, all'intensità e alla durata della risposta. Di cosa può aver paura un cane? E perché? Anche se la paura è una risposta che può essere del tutto normale e giustificata in un cane, a volte si manifesta nei confronti di stimoli assolutamente innocui, che vengono erroneamente interpretati come pericolosi. In questo caso l'animale può mettere in atto comportamenti difficili da controllare da parte del proprietario; inoltre il cane, così come il suo compagno umano, vive uno stato di malessere in concomitanza dell'evento pauroso, che a volte può limitare notevolmente la vita e il benessere di entrambi. Fonti comuni di paura nel cane sono stimoli sonori (i tuoni, il rumore del vento, i fuochi d'artificio, i rumori del traffico cittadino, gli elettrodomestici, ecc), stimoli visivi (oggetti nuovi e sconosciuti, altri animali, alcune categorie di persone, come ad esempio i bambini e gli anziani, le persone che si muovono in modo strano, che indossano divise, che portano ombrelli o sacchetti in mano, ecc), luoghi (noti, come ad esempio l'ambulatorio veterinario, oppure sconosciuti) e il sommarsi di più stimoli insieme (ad esempio un luogo sconosciuto in cui sono presenti oggetti e rumori estranei). Le paure possono svilupparsi per cause diverse e spesso sono il risultato di più fattori. Una causa frequente dell'insorgenza delle paure è l'inadeguata abituazione agli stimoli nuovi in giovane età. E' fondamentale infatti che durante il cosiddetto periodo di socializzazione (che nel cane va dalle 3-4 alle 10-12 settimane di età) un cucciolo abbia la possibilità di venire a contatto in modo adeguato con il maggior numero di stimoli dell'ambiente esterno. Tali stimoli dovranno essere rappresentati da luoghi, oggetti, odori e situazioni diverse, ma anche da individui con caratteristiche varie (altri cani, animali e persone di diverse tipologie), in modo da favorire una corretta socializzazione del cucciolo. Durante il periodo di socializzazione infatti, il cane impara a riconoscere e catalogare come "stimoli noti" tutti gli stimoli con cui viene a contatto, ed essi verranno riconosciuti come tali durante tutta la vita dell'animale, soprattutto se avrà modo di incontrarli frequentemente, Una mancata o scorretta abituazione del cucciolo a luoghi e oggetti, così come una mancata o scorretta socializzazione con altri individui, potrebbero dar luogo a risposte di paura qualora il cane, anche adulto, vi si trovasse di fronte: tutto ciò che non si conosce può fare paura! Spesso i cani sviluppano paura verso stimoli specifici in seguito a esperienze negative precedenti che vengono associate alla reazione di paura provata durante la pregressa esposizione allo stimolo. E' ad esempio il caso dei cani che hanno paura di altri cani con determinate caratteristiche (una razza specifica, un mantello di un determinato colore, ecc) perché hanno subito un'aggressione da parte di un animale con quel preciso aspetto; oppure i cani che hanno paura del toelettatore perché si sono spaventati mentre venivano lavati, asciugati o tosati (in questo caso diversi stimoli associati possono scatenare la reazione paurosa). Esistono poi le cosiddette "paure istintive", meglio studiate nell'uomo, ma presenti anche in altre specie, cane compreso. Sono paure che vengono scatenate da specifici oggetti o situazioni, senza che sia stata fatta alcuna esperienza negativa diretta con essi. Nell'uomo ad esempio una paura è quella dell'altezza: una persona può aver paura di cadere senza essere mai caduta. Alcuni animali possono poi avere una predisposizione genetica a un temperamento pauroso; diversi studi hanno messo in evidenza che cuccioli nati da genitori paurosi manifestavano maggiormente risposte di freezing ed evitamento rispetto a cuccioli nati da genitori non paurosi. Infine, la risposta del proprietario di fronte alla reazione di paura del proprio cane può influenzarne notevolmente le successive reazioni nei confronti del medesimo stimolo. Nella maggior parte dei casi il proprietario tende a rincuorare il cane che ha paura, rinforzando involontariamente tale risposta emotiva: il cane che viene accarezzato o consolato mentre ha paura, interpreta il comportamento del proprietario come una conferma del fatto che esiste un pericolo da cui fuggire o da affrontare. Anche punire l'animale mentre sta manifestando paura d'altro canto non ha beneficio, poiché il cane associa lo stimolo pauroso a qualcosa di ancor più negativo (la punizione) e la sua paura potrebbe aumentare, tanto da farlo reagire anche in modo aggressivo per porre fine a una situazione estremamente spiacevole.
Come aiutare un cane che ha paura

In generale quindi è fondamentale non rinforzare le reazioni di paura del proprio cane, evitando di consolarlo, parlandogli e accarezzandolo. E' importante invece premiarlo molto quando resta tranquillo in un contesto che di solito lo spaventa. Attraverso una terapia comportamentale adeguata è possibile aiutare il cane a restare tranquillo in presenza di uno stimolo che gli scatena una reazione di paura e ad associarlo non più a emozioni negative, ma al contrario a qualcosa di estremamente piacevole per lui. Se il cane mostra reazioni di paura eccessive o inappropriate, che gli provocano disagio notevole e che possono alterare il rapporto tra cane e proprietario, è necessario che questi si rivolga a un medico veterinario esperto in problemi comportamentali, che potrà impostare una terapia adeguata che permetta a cane e proprietario di vivere serenamente.
Le fobie

A differenza delle paure, le fobie non hanno un significato adattativo (non sono utili cioè all'animale), ma al contrario interferiscono con il normale funzionamento dell'organismo: esse infatti si manifestano sempre con un'intensità eccessiva, i sintomi permangono anche dopo la scomparsa dello stimolo che le ha scatenate e spesso si manifestano addirittura in assenza di uno stimolo specifico scatenante. Inoltre la risposta allo stimolo si manifesta rapidamente in modo intenso (anche dopo un'unica esposizione); non è così nelle paure, che aumentano di intensità in seguito a esposizioni ripetute. Non è ancora chiaro se le fobie possano essere la conseguenza estrema di una risposta di paura oppure se possano insorgere in modo primitivo (in assenza cioè di una precedente risposta di paura). Tutte le risposte fobiche sono caratterizzate dal manifestarsi dei sintomi quando il cane viene a contatto con gli stimoli scatenanti, ma anche quando questi vengono anticipati: l'anticipazione degli stimoli da parte del cane (es. l'anticipazione dell'esposizione a un rumore) è molto frequente nelle fobie. I sintomi manifestati dal cane fobico possono variare in base all'individuo, ma in ogni caso sono rappresentati da risposte esagerate allo stimolo, improvvise e non graduali, come un forte impulso a fuggire e a sottrarsi dalla fonte dello stimolo stesso, comportamenti ansiosi (ansimare, vocalizzazioni, eliminazioni), la ricerca delle attenzioni da parte del proprietario. Tra le più comuni fobie dei cani ci sono quelle relative ai rumori, ed in particolare molto frequente è la fobia dei fuochi d'artificio, come i classici "botti di capodanno": negli ultimi giorni dell'anno l'abitudine a far esplodere petardi e fuochi rende spesso necessario l'utilizzo di supporti farmacologici per aiutare i cani fobici a vivere in modo meno ansioso tale evento. Un caso particolare di fobia per i rumori è invece la fobia dei temporali: le reazioni fobiche dell'animale si manifestano in questo caso sia nei confronti del temporale che delle sue varie manifestazioni (vento, fulmini, cambiamenti di pressione atmosferica, pioggia, oscurità, cambiamenti del livello d'ozono) e ciò può rendere più complesso il riconoscimento e la risoluzione del problema. Può accadere anche che la risposta fobica iniziale sia indirizzata a un evento associato al rumore (es. calo della pressione atmosferica) e non direttamente ad esso, e che venga poi generalizzata al rumore. In casi estremi i cani fobici possono entrare in un vero e proprio stato di panico, diventando insensibili agli stimoli dolorifici e sociali (es. le attenzioni del proprietario), fino ad arrivare a ferirsi gravemente nel tentativo di fuga. Anche nel caso delle fobie è possibile, anzi necessario, affidarsi alle cure di un medico veterinario specialista in medicina comportamentale, che potrà impostare una terapia comportamentale adeguata, con un cosiddetto programma di "desensibilizzazione e controcondizionamento" nei confronti dello stimolo fobico. In alcuni casi le risposte fobiche da parte del cane sono talmente intense e radicate da rendere necessario l'utilizzo di un supporto farmacologico da associare alla terapia comportamentale. Paura e fobia sono quindi diverse tra loro, in quanto la prima può avere una finalità adattativa che la seconda non ha mai. I sintomi dei cani paurosi e fobici spesso però si sovrappongono, tanto che gli strumenti utilizzati per trattare questi due stati sono solitamente i medesimi. In entrambi i casi è importante riconoscere l'esistenza di un problema di paura e/o fobia, per poter aiutare il cane a superare il malessere derivante dalle reazioni paurose e/o fobiche nel modo migliore.



Sintomi più comuni in caso di fobia dei rumori nel cane

Salivazione aumentata
Ansimazione
Aumento della vigilanza
Aumento o riduzione dell'attività locomotoria
Tremori
Tendenza a nascondersi
Minzione/defecazione
Distruzione
Vocalizzazione (mugolii, abbai, ululati)
Vomito
Comportamento di fuga



Fonti più frequenti di paura/fobia nel cane

Temporale (tuoni, fulmini, vento, oscurità, calo della pressione atmosferica)
Spari – fuochi d'artificio
Traffico (auto, tram, bus, ecc)
Grate metalliche – pavimenti sdrucciolevoli – scale
Ambulatorio veterinario
Particolari categorie di persone (bambini, anziani, disabili, ecc)
Viaggi in auto
Luoghi sconosciuti

Elisabetta Scaglia
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