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Messaggio  axel 02.03.11 0:44

Il pastore tedesco trotta nel mito
Da :I Nostri Cani gennaio 2008

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Il pastore tedesco è un cane di taglia lievemente superiore alla media, con un’altezza al garrese compresa tra i 60 e i 65 cm. per i maschi, e 55-60 per le femmine, con un peso oscillante tra i 35-40 kg. per i maschi e i 28-32 per le femmine. Ha una struttura leggermente allungata, robusta e con buona muscolatura, con una solida struttura. Il maschio deve mostrare tutta la sua mascolinità e la femmina la sua femminilità. Deve dare l’impressione di forza, di intelligenza, di agilità, deve essere morfologicamente molto equilibrato.

La testa deve essere ben conformata nelle sue parti, ed esprimere grande tipicità ed espressione. Le orecchie debbono essere erette e parallele con padiglione rivolto in avanti. Il collo forte e muscoloso, deve avere una giusta lunghezza e una giusta inclinazione. Il tronco deve essere allungato e la sua lunghezza non deve superare i 9/10 dell’altezza al garrese. Questi dovrà essere lungo e moderatamente rilevato; la linea dorsale deve essere priva di deviazioni dall’orizzontale, con muscoli ben sviluppati e tonici; la linea dorsale continua nella groppa, che sarà lunga e giustamente inclinata come si conviene a un trottatore. Il torace deve essere di giusta profondità e ben sviluppato nei tre diametri, per contenere organi interni ben sviluppati. Gli arti del pastore tedesco debbono essere in perfetto appiombo, correttamente angolati, di giusta lunghezza, forti e muscolosi, con i piedi di giusta conformazione e ben chiusi. La coda deve essere lunga almeno fino al garretto, folta e fluente e priva di arricciature o deviazioni. Il pelo del pastore tedesco sarà duro e compatto, e anche molto folto, resistente alle intemperie; la sua lunghezza varierà a seconda delle varie parti del corpo che ricopre.
Il cane da pastore tedesco è nato con il mantello grigio. Grigi erano i primi cani del capitano von Stephanitz, e tra questi il capostipite Hector, la sorella Mari von Grafrat, grigio il miglior figlio di Horand, il famoso Hector v. Scwaben, e ancora Beowulf, e Tell v. Kriminalpolitzei, cani che hanno dato origine alle prime linee familiari di allevamento. Successivamente sono comparsi soggetti interamente neri o con focature di rosso intenso, ma limitate alle estremità. Solo in epoca più tardiva è esploso il colore nero focato in tutte le sue varianti di estensione e di tonalità, prendendo il sopravvento su tutti gli altri colori. Non sono ammessi dallo standard i colori bianco, il blu, il color fegato (estremamente raro), e inoltre non è ammesso il pelo lungo.
Il pastore tedesco è considerato il trottatore per eccellenza. Per la disposizione in diagonale del suo apparato motorio, appoggerà l’estremità anteriore di un lato e quella posteriore della parte opposta, con un movimento sempre coordinato. La sua è una costruzione rettangolare; il suo baricentro è piuttosto basso, vicino al terreno e questo comporta una notevole stabilità. Quando il rapporto tra l’altezza del cane e la sua lunghezza è corretto e rientra nelle proporzioni ideali, e anche la lunghezza degli arti è ben rapportata, il cane si muoverà con un tratto fluido e senza sforzo. Il pastore tedesco riesce a trottare per molto tempo perché è costruito in modo da coprire lunghe distanze con il minor numero possibile di passi. È questa l’andatura che il pastore tedesco utilizza mentre svolge il suo lavoro con il gregge, consentendogli di percorrere un notevole numero di chilometri nella giornata, fino a 50-60.
Gli antichi pastori della Germania, e successivamente i primi allevatori che si cimentarono nella selezione dei cani da gregge, cercarono di allevare un cane utile alle loro necessità, e che quindi possedesse un carattere ben definito e costante. La docilità doveva essere accentuata in modo che il cane fosse sensibile alla volontà dell’uomo e avesse quindi una grande capacità di apprendimento; un po’ meno la socievolezza affinché non fosse distratto dai suoi compiti di vigilanza del gregge. Doveva possedere inoltre una certa curiosità in modo da essere sempre presente nell’ambiente circostante. Doveva essere particolarmente attento, perché nulla doveva sfuggirgli mentre adempiva ai suoi compiti di guardiano.
Nello standard del pastore tedesco Von Stephanitz fissò tutta una serie di doti caratteriali, che venivano dal suo lavoro originale, e che hanno contribuito a farne un cane completo e a fargli raggiungere quella popolarità che proprio nel suo carattere trova i suoi maggiori estimatori.
Cane dai nervi saldi, incorruttibile, il pastore tedesco deve essere sempre vigile e attento a tutto quanto avviene nel mondo che lo circonda, pronto ad intervenire con intelligenza alle sollecitazioni che da questo gli vengono.
Sia che si trovi a fianco del proprietario, sia che debba vigilare la casa o le proprietà del padrone, deve affrontare tutte le situazioni con fermezza, deve essere disinvolto di fronte al pericolo e alle incognite, nonché pronto e deciso nell’affrontare qualsiasi problema gli si possa presentare, mostrando la sua aggressività e la sua determinazione al momento opportuno. Il senso dell’obbedienza verso il padrone è incondizionato, e la dote della difesa delle persone e della proprietà è radicata per le sue caratteristiche ancestrali, e le compie sempre con forza e coraggio. Il suo temperamento deve essere esuberante e pieno di vita, accetta tutto con gioia, dimostrando di essere un lavoratore instancabile, compiendo docilmente tutto quanto il suo padrone vorrà chiedergli. Un pastore apatico o indifferente a quanto lo circonda non ha un carattere tipico della sua razza.
Quel che è certo è che il pastore tedesco rappresenta il cane per antonomasia, quello che meglio di ogni altro si è integrato con l’uomo. Basta guardare un pastore tedesco che gioca con un bambino, oppure che guida per la città un non vedente, o mentre cerca un uomo sepolto nella neve della valanga, e potrà rendersi conto delle sue grandi capacità di dedizione per l’uomo.
Come abbiamo già sottolineato, lo standard del pastore tedesco ci lascia stupefatti oggi per la sua attualità. Gli aggiornamenti sono del tutto marginali e hanno precisato, ma non certo modificato, l’essenza di quanto ideato dal fondatore della razza, e come già cento anni fa Von Stephanitz aveva immaginato il suo cane “nel futuro”.
Nella riunione della WUSV del 1976, una commissione di cui era membro autorevole e determinante, il dottor Walter Gorrieri ha presentato una serie di proposte per approfondire la descrizione del pastore tedesco. Gorrieri effettuò quindi numerose rilevazioni cinometriche su numerosissimi soggetti, riferendole all’altezza al garrese. Nella riunione di Brema del 30 agosto 1976 i risultati di Gorrieri furono accettati all’umanità.


Non essendo una razza antica, non è stato cane di “Re”, pur tuttavia ha avuto celebri padroni come l’attrice Joan Fontane, Edoardo VIII re d’Inghilterra, Anna Freud, figlia del grande psicanalista austriaco, l’attore Charton Heston, il cantante Elton John, l’etologo Konrad Lorenz, Pablo Picasso, Ronald Regan, Presidente degli Stati Uniti, l’attore Tyron Power, e i nostri Rodolfo Valentino, Angelo Peruzzi, portiere della Nazionale di calcio italiana. È stato attore sugli schermi di tutto il mondo e in televisione, dove ha sempre impersonato l’eroe che lotta contro i cattivi, il cane buono che protegge i bambini. Quanto la razza deve a Rin Tin Tin e al commissario Rex?
I più grandi cinologi hanno avuto parole di ammirazione per questa razza.
Mi piace riportare le “Osservazioni sul pastore tedesco” fatte da Giulio Colombo, grande cacciatore e allevatore di cani da caccia, che scriveva: “Al cane da pastore tedesc,o dall’udito finissimo, giova più l’orecchio che l’occhio, perché l’occhio avverte solo il pericolo palese che si denuncia, l’orecchio anche l’insidia nascosta, ben più pericolosa. Il trotto del pastore tedesco deve essere facile e sciolto, per riuscire instancabile, e il cane da pastore deve essere particolarmente agile per superare ostacoli, palizzate, muriccioli, fossi, senza previa adeguata rincorsa. Orecchie diritte e trotto lungo e morbido, perché anche nella nuova attività, limitata alla difesa di persone e custodia di oggetti, l’andatura consona sarà sempre il trotto, come la più atta alla tutela del movimento”.
In un’intervista fatta anni fa da Mario Perricone a Walter Gorrieri per uno dei primi numeri della rivista “Quattrozampe”, allora neonata, dopo aver parlato a lungo sulla razza e sulle sue qualità, Perricone chiese a Gorrieri come avrebbe definito in una frase il cane da pastore tedesco, e Gorrieri rispose senza indugio: “Il Leonardo da Vinci dei cani”. Mai definizione ci è sembrata più appropriata.


Massimo Aquilani

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