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Gli insegnamenti di Antonio Nucera

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Messaggio  Francesco Dattoli 06.03.11 20:16

Anni fa trovai questo articolo che riporto, a mio avviso davvero fatto bene.

Gli insegnamenti di Antonio Nucera (figurante ufficiale SAS)
Come impostare il nostro cucciolo di Pastore Tedesco

Vi espongo quanto io ho espresso e fatto vedere al raduno del Forum di Montecatini a beneficio di tutti i neofiti.
Noi tutti sappiamo che nel momento in cui decidiamo di acquistare un pastore tedesco ci assumiamo un obbligo morale verso l’animale, obbligo morale che si traduce sia nel curarlo e mantenerlo nel migliore dei modi sia di farlo crescere psichicamente bene.
Per la prima parte penso che non ci siano problemi anzi’ spesso ci troviamo davanti a degli eccessi rivolti al cane, mentre per la seconda parte le deficienze sono tante sia nei neofiti, sia negli allevatori o appassionati della sola bellezza.
Ed allora partendo da un cucciolo immaginario di due/tre mesi vediamo come fare crescere il nostro cucciolo nel migliore dei modi, facendo delle cose propedeutiche per la difesa , per la pista e per l’obbedienza.
Ci muniremo di una corda abbastanza lunga che legheremo stabilmente a qualcosa di fisso che possa trovarsi sia all’interno del giardino o vicino casa, in allevamento, etc, poi ci muniremo di un bastone di legno di circa 60 cm ( l’ideale sono i bastoni per scopa di legno appositamente tagliati a misura) a cui applicheremo un anello autofilettante ad una delle due estremità, a questo punto legheremo all’anello una robusta corda e al capo dell’altra corda un moschettone in cui di volta in volta attaccheremo gli attrezzi che ci serviranno.
Creato tutto il materiale, per il primo mese noi quotidianamente porteremo e legheremo alla corda il cucciolo, facendo delle lavorazioni brevissime di uno/due minuti al massimo ma ripetitive il più volte possibile nell’ arco della giornata.
Queste lavorazioni all’inizio consisteranno soltanto nel tirar fuori dal cane un istinto presente che è quello predatorio, pertanto al nostro bastone che ci siamo costruiti legheremo un “salomotto” di quelli piccolissimi, e cominceremo con il cane legato ad agitarlo velocemente e a scatti nei suoi pressi senza permettergli mai assolutamente di poterlo afferrare e mordere.
Per il primo mese noi non faremo mai mordere il cane, dovremmo tirare fuori il suo istinto al massimo senza farlo mordere.
Quando trascorso il tempo di un mese saremo soddisfatti della sua reazione e della voglia di afferrare il salomotto che dovrà aumentare giorno per giorno, passeremo alla seconda fase che è quella di incominciare a far mordere il nostro cucciolo.
Qui dovremmo fare molto attenzione alla tecnica che bisogna usare, purtroppo certi errori vengono fatti anche oggi da figuranti ufficiali che agiscono forse inconsapevolmente contro « natura» .
In natura infatti non esiste una preda che volontariamente finisce in bocca del predatore, è sempre il predatore che cattura la preda e mai il contrario, tradotto significa che dovremo fare molta attenzione a questo particolare pertanto non dovremmo mai portare il salomotto verso la bocca del cane ma dovrà essere il cane a catturarla e a questo punto nella pratica ho fatto vedere come si fa’.
Insegnato al cane ad afferrare il salomotto richiameremo due doti naturali del cane che sono la possessività e la combattività, e a tal proposito ci limiteremo con il cucciolo a dare delle piccole strattonate con il bastone creato a scatti.
Trascorso un altro mesetto tra istinto predatorio e morso , passeremo ad un'altra fase propedeutica cioè a tirar fuori (anche se nel corso del lavoro precedente si sarà già manifestato) un nuovo istinto che è quello dell’abbaio di scovo, che molte persone anche professioniste continuano a chiamare contro natura « abbaio di richiesta».
Noi tutti possiamo constatare che se un cane rincorre un gatto o un coniglio e questi si nasconde o sotto una macchina o in un luogo in cui il cane lo vede ma non ha accesso, il cane comincia ad abbaiargli contro, questo non può essere un abbaio di richiesta, il cane non può «richiedere» alla preda di uscire perché la deve uccidere, il cane adotta un istinto che è quello di abbaiare pe scovare la preda, perchè spera che possa uscire dal suo nascondiglio, pertanto scova la preda e non gli richiede nulla.
Certamente per chi continua ad insegnare che l’abbaio si chiama di richiesta, è ovvio insegnare un'altra cosa sbagliatissima, il cane abbaia e loro lo confermano facendogli mordere il salomotto, nei casi più disperati anche buttandoglielo in bocca e facendo l’ errore di cui ho parlato prima.
In natura cosa avviene che il gatto o il coniglio davanti ad un abbaio di scovo aspetta l’attimo per poter scappare se ritiene il posto non sicuro al 100% oppure rimane immobile lì, pertanto noi agiremo correttamente in questa maniera, prima muoviamo il bastone con il salomotto velocemente, ad un certo punto ci fermiamo immobili, questo nel cane innesca l’abbaio di scovo, il cane vede la preda ferma ma non arriva a morderla ed allora abbaia per scovarla, a questo punto adotteremo la reazione naturale cioè che la preda dietro il suo insistente abbaio si rimetta in moto e si agiti di nuovo, non certo gli vada a finire in bocca.
Pertanto dedicando questo tempo al cane avremo un cucciolo che comincia ad arrivare a cinque /sei mesi in cui noi da soli e senza l’aiuto di nessuno, senza alcun figurante, senza andare in alcun campo a combinare guai, ci troveremo un cucciolo con cui avremo lavorato bene sull’istinto predatorio, sulla combattività, sulla possessività, sull’abbaio di scovo.
Tutto questo lavoro propedeutico per la difesa ci serve adesso anche per iniziare i primi rudimenti di obbedienza, in quanto noi non dovremo mai far capire al cane che trattasi di due cose separate, ma le dobbiamo unire affinchè la voglia e l’allegria che il cane dimostra negli esercizi propedeutici alla difesa continuino in quella che sarà poi l’obbedienza.
E’ di fondamentale importanza iniziare a fare i primi rudimenti di obbedienza lasciando intatta tutta la voglia che il cane ha dimostrato nelle fasi di lavorazioni alla corda con il bastone.
Allora per prima cosa non lavoreremo alla corda ma chiederemo l’aiuto di una persona la quale avrà solo il compito di tenere il cane dal guinzaglio , al cane applicheremo un normale collare possibilmente più stretto ma non messo a strangolo.
A questo punto con il cane tenuto dal guinzaglio da una terza persona inizieremo nuovamente a lavorare con il bastone e il salomotto in predazione, faremo fare l’abbaio di scovo, ma non lo faremo mai mordere , quando vedremo il cane carico velocemente scioglieremo il piccolo salomotto dal bastone tenendolo con il braccio destro piegato all’altezza dell’inizio della spalla e ci faremo dare il guinzaglio e inizieremo una brevissima condotta di quattro cinque passi , in questa fase con piccolissime correzioni con il guinzaglio faremo in modo di controllare l’esuberanza del cane che tenterà di saltarci addosso per prendere il salomotto, a questo punto la persona che teneva il cane e che ci dovrà seguire da dietro in questa fase riprenderà il guinzaglio e noi scapperemo in avanti, riallacceremo il salomotto al bastone e cominceremo tutto da capo caricando il cane, riprendendo il salomotto e facendo altri piccoli passi di condotta.
In questa fase di condotta con tono pacato e sereno continueremo a ripetere quello che sarà il nostro comando « Fuss» o « Piede» .
Ripeteremo il tutto per tre volte e alla fine della terza volta faremo mordere durante la condotta il salomotto al cane semplicemente lanciandolo poco sopra la nostra testa e lasciandolo cadere nelle sue vicinanze.
In questa maniera abbiamo iniziato ad impostare una buona condotta, con il cane attento e voglioso e per niente chiuso.
Al campo del raduno un cuccioletto con questo sistema e alla sua prima esperienza ha cominciato a fare i primi passi di condotta in maniera eccezionale.
Sempre con l’aiuto del nostro amico che tiene il cane al guinzaglio passiamo ad una altra fase propedeutica di obbedienza il richiamo.
Con il nostro solito bastone inizieremo a stimolare il cane allontanandoci pian piano sempre di piu’, a questo punto quando il cane e’ ben carico chiameremo il cane con l’ordine «Vieni» e staccheremo
il salomotto dal bastone, il nostro amico lascerà libero il cane e non appena arriva nei nostri pressi apriremo le gambe e lanceremo attraverso di esse il salomotto alle nostre spalle, cercando di far passare il cane tra le nostre gambe.
Questa fase è un pochino complicata e se non si riesce a farla non avendo un bravo tecnico vicino ad aiutarci possiamo optare per una cosa diversa, tolto il salomotto lo terremo penzoloni tra le nostre gambe e lo faremo mordere non appena arriva al cane.
Passiamo adesso ad una altra fase propedeutica quella della conoscenza del riportello fatta fare al nostro cucciolone.
Questa volta ritorneremo a legare il cane alla corda, prenderemo il nostro riportelo e se ci fate caso lateralmente all’oggetto troverete un piccolissimo buchino di pochi millimetri in entrambi i lati,
e' stato fatto apposta affinche’ ci si possa avvitare un anello autofilettante identico a quello che abbiamo attaccato al bastone.
Messo questo anello autofilettante in uno soltanto dei due buchini, attaccheremo il tutto al moschettone del nostro bastone.
Inizieremo a lavorare come abbiamo lavorato con il salomotto , facendo molta attenzione perché questa volta abbiamo attaccato un oggetto pesante che può far male al cane, piano piano gli consentiremo di afferrare questo riportello, una volta afferrato con il bastone daremo soltanto dei piccoli strattoni ogni qualvolta vedremo che il cane non lo tiene in bocca ben fermo, questo strattonamento lieve in genere nel cane si traduce nella reazione di stringere più forte per paura che il riportello ma per lui resta sempre una preda gli possa sfuggire di bocca.
Una volta che il cane ha afferrato bene , sempre tenendo in mano la corda del bastone ci avvicineremo e cominceremo ad accarezzarlo senza mai dargli la sensazione che noi vogliamo prendergli il riportello di bocca.
Per farglielo lasciare interverrà la terza persona e non noi il quale lo solleverà come si fa’ negli attacchi facendogli cadere il riporto di bocca e dandogli un calcio allontanandolo.
Pertanto riassumendo abbiamo visto come iniziare gli esercizi propedeutici alla condotta, al richiamo e al riporto, lasciando intatta la voglia del cane e senza aver fatto fino ad esso la ben che minima costrizione, senza doverci muovere da casa, senza l’ausilio di addestratori e figuranti, senza l’ausilio di un campo.
Queste lavorazioni vanno fatte singolarmente per periodi di tempo brevissimi e ripetute nell’arco della giornata, in altri termini un giorno lavoreremo sulla condotta, un altro giorno sul richiamo, un altro ancora con il riporto, mai fare nell’arco della stessa giornata lavorazioni diverse.
Finora abbiamo lavorato prevalentemente facendo leva sull’istinto di predazione, adesso passeremo
a lavorare con il cibo per ottenere altre cose propedeutiche all’addestramento di u.d.
Noi tutti sappiamo che la ciotola in cui noi mettiamo il cibo da dare giornalmente al cane come pasto è una inventiva umana, in natura le cose andrebbero in maniera completamente diversa.
Allora cerchiamo di avvicinarci il più possibile alla natura per insegnare al nostro cucciolo qualcosa che ci servirà per le piste ma che soprattutto rientra il più possibile nel suo DNA.
Allora io sin da cucciolo invece di far mangiare il cane nella ciotola, butto le razioni quotidiane di croccantini a terra sparpagliandoli nell’erba e faccio che il cucciolo da solo pian piano le trovi una ad una e per questo dovra’ utilizzare l’olfatto ma soprattutto dovrà mettere il naso a terra e tutto questo sara’ un allenamento ottimo che ci ritroveremo quando inizieremo in età più avanzata a fare le piste.
Questo sistema ha un doppio vantaggio, in pista avremo un cane che non tenderà ad andare veloce , ma piano piano mangerà tutto il cibo che metteremo sulla traccia senza saltare nulla , e mantenuto
anche in età adulta avrà sempre e comunque il vantaggio di limitare al minimo il rischio di torsione dello stomaco, in quanto il cane mangerà un croccantino alla volta masticandolo perbene.
Il cibo poi ci servirà anche per iniziare l’impostazione propedeutica dell’invio in avanti, legato il cane alla famosa corda , mi allontano sempre sotto la sua vista e vado a mettere i croccantini sopra un secchio di plastica capovolto che metterò progressivamente sempre più lontano dal cane.
A questo punto ritorno dal cane e lo lego ad un guinzaglio, a questo punto impartisco l’ordine dell’invio in avanti che ovviamente il cane non conosce e comincio a correre con lui verso il secchio ripetendo durante la corsa con tono allegro sempre l’ordine. Giunti al secchio lo lascio mangiare in tranquillità facendogli delle lodi vocali.
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Messaggio  Admin 08.03.11 11:21

Un buon articolo. A mio avviso però alcune metodiche sono state superate da altre oggi che si rivelano meno conflittuali. Nei riporti per esempio non si fa mordere più il riportello in predatorio ma si imposta prima la tenuta di bocca, poi si inserisce una piccola contesa sul fronte nei casi in cui c'è poca intensità.
Le tappe mi sembrano, inoltre, molto precoci: io fino ai 3-4 mesi mi preoccupo di instaurare un saldo rapporto col cane, ponendomi come sicuro e leale punto di riferimento. Se faccio "lavorazioni", queste sono inserite nel gioco quotidiano e comunque non superano mai le 3-4 sedute mensili.
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Messaggio  Francesco Dattoli 12.03.11 19:12

Come tutti gli articoli, non sono universali per tutti i cani.
Devi vedere anche che cane hai fra le mani, la sua tempra e soprattutto il rapporto che hai creato con lui gia a tenera età.
Di tutti i punti di questo articolo, ho seguito in particolare quello di rovesciare la ciotola con il cibo nell'erba, il risultato è stato soddisfacente. Wink
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Messaggio  Admin 13.03.11 2:29

Ma quest'articolo parla dell' impostazione del cucciolo, cioè proprio del rapporto che andrà a nascere. Ecco perchè non sono d'accordo con alcune cose come ho detto prima.
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