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L'agility? E' amore per il proprio cane

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Messaggio  hurricane 07.05.11 4:41

l via a roma il Trofeo Frontline Combo. Molte le discipline in programma
«L'agility? E' amore per il proprio cane»
Massimo Perla: «E' un gioco aiuta lo sviluppo psico-fisico dell'animale. E ti fa passare tanto tempo con lui»


MILANO - E' diventato famoso grazie alle sue stelle a quattro zampe, i cani attori protagonisti di centinaia di film, telefilm e spot televisivi che hanno fatto di lui una vera autorità in materia di addestramento dolce applicato al mondo dello spettacolo. Ma Massimo Perla è anche uno dei «pionieri» italiani dell'agility dog, la disciplina sportiva che esalta le caratteristiche psicofisiche degli animali che si affrontano in gare di abilità lungo percorsi ad ostacoli seguendo in sincrono le istruzioni del conduttore che li affianca. Un amore, quello per i campi di gara, iniziato nel 1986 e che gli impegni sul set non hanno mai fatto venire meno. E che domenica avrà un coronamento con il quinto Trofeo Frontline Combo, una manifestazione internazionale tra le più importanti che si svolgono nel nostro Paese - una sorta di «Champions» della specialità - che nell'edizione 2011 ha come cornice i campi del centro Indiana Kayowa, il centro di addestramento creato da Massimo Perla, che porta il nome di uno dei suoi storici cani e che richiama alla mente la sua passione per la cultura degli indiani d'America, così grande da averlo portato a dare a quasi tutti i suoi compagni scodinzolanti nomi di grandi capi pellerossa. Per la prima volta il Trofeo si svolge nella Capitale, dopo le precedenti edizioni presso il campo del centro cinofilo «Corona Ferrea» di Monza. «Non siamo riusciti a portare a Roma il gran premio di Formula Uno - scherza Perla -, ma questo evento non ce lo sciamo lasciati scappare». Un salto di qualità, lo svolgimento nella Capitale, per una manifestazione che negli anni si è conquistata un posto di rilievo anche nel panorama internazionale.


NON SOLO SPORT - «L'agility dog - spiega Massimo Perla - non è solo una disciplina sportiva. E' anzi, soprattutto, una grande manifestazione dell'intesa che c'è tra il cane e il suo conduttore e del grande rapporto di amicizia e di condivisione che si instaura tra di loro». Diversamente da altre attività che vengono guardate di traverso dal mondo animalista - dalle corse nei cinodromi alla barbara pratica dei combattimenti, ancora in auge in diversi Paesi in via di sviluppo e, purtroppo, in forma clandestina ancora presente anche dalle nostre parti -, l'agility è da considerare soprattutto un gioco, che proprio per questo motivo è di grande soddisfazione per l'animale. Lo spettacolo, per chi vi assiste, è assicurato, ma il cane impegnato sul campo si trova a fare qualcosa che gli è perfettamente naturale: correre, saltare, rispondere alle sollecitazioni del suo compagno a due zampe. «Fare agility dog con il proprio cane - dice Perla - è decisamente un atto d'amore nei suoi confronti, al di là della partecipazione alle gare. Quelle, anzi, sono secondarie: quello che conta è il tempo che viene trascorso insieme e nella vita moderna è spesso troppo limitato, con molti cani che trascorrono intere giornate da soli negli appartamenti o nei cortili».

I BENEFICI INDIRETTI - La preparazione di un cane per l'agility, se si intende partecipare anche a competizioni, richiede un allenamento di almeno due o tre volte alla settimana. «Da non sottovalutare - spiega ancora l'addestratore - sono i benefici indiretti che derivano da questa disciplina. Innanzitutto quelli fisici: il cane sarà sempre in perfetta forma e, di conseguenza, in perfetta salute. E poi quelli psicologici, per la forte unione e simbiosi che si viene a creare tra un cane e il suo proprietario». Non solo: l'abitudine del cane a rispondere ai comandi e alle istruzioni del suo conduttore durante le gare fa sì che l'animale sia perfettamente educato e, di conseguenza, in grado di inserirsi alla perfezione nella società. Non avrà atteggiamenti aggressivi e non correrà il rischio di non rispondere al richiamo o di fare di testa propria magari attraversando una strada all'improvviso creando situazioni di pericolo per se stesso o per gli altri. «Ed essendo educato - aggiunge Perla - sarà visto con favore da tutti. Certe scene di intolleranza nei confronti dei cani sono spesso causate dal fatto che molti proprietari non riescono a controllare il comportamento dei propri animali».

L'AGILITY IN ITALIA - Anche in Italia la disciplina sta prendendo sempre più piede. «E il nostro Paese anche dal punto di vista agonistico se la cava piuttosto bene - sottolinea Perla -. Molte squadre che partecipano alle gare internazionali ottengono buoni risultati. I team professionisti sono ormai allo stesso livello di quelli europei e americani, che questa disciplina la praticano ormai da anni. E qualcosa si sta muovendo anche a livello di massa: l'agility viene percepita sempre più come una disciplina che aiuta a stare assieme al proprio cane e non come una forma di esibizionismo». Insomma, nulla a che vedere con li concorsi di bellezza e le esposizioni canine che, se da un lato servono per evidenziare le capacità di allevamento, dall'altra finiscono a volte con l'essere delle vere e proprie torture per gli animali costretti a lunghe sedute di toelettatura e a passerelle del tutto innaturali. L'agility, in Italia, è diffusa soprattutto nelle regioni del Nord, con la Lombardia in posizione di eccellenza, ma adesso pure al sud i numeri di coloro che la praticano sono in crescita. Lo spostamento della manifestazione a Roma ha tra gli obiettivi quello di avvicinarla sempre di più anche a quella parte di popolazione che fino ad oggi l'ha vissuta con distacco.

LE ALTRE DISCIPLINE - L'agility non è solamente l'esecusione di un percorso con ostacoli, tunnel e slalom. La sua evoluzione sono anche discipline più coreografiche, come la dog dance o il flyball (e nell'appuntamento romano ci saranno anche frisbee, obedience e una divertente conduzione di anatre indiane mutuata dalle prove per i cani da lavoro). «Che non sono affatto discipline da circo, per quanto possano risultare divertenti e spettacolari - tiene a precisare Perla -. Così come nei percorsi di agility, anche in questo caso è fondamentale la complicità che si crea tra i componenti della squadra, umani e animali. Bisogna spendere davvero tanto tempo insieme al proprio per ottenere certi risultati e questo significa che ci si occupa di lui. La presenza al fianco del proprio amico a quattro zampe è fondamentale. Se un cane potesse parlare al suo padrone direbbe una cosa soltanto: meglio in uno sgabuzzino con te che da solo in una tenuta di centinaia di ettari». Verrebbe però da chiedersi se non siano stressanti, per un cane, manifestazioni sportive come queste. «Lo sono solo se è stressato il padrone, perché il cane sente tutte le nostre tensioni - spiega l'addestratore -. Se la si vive come un gioco e come un'occasione di condivisione, invece, il cane ne avrà in cambio solo benefici». Del resto, dice ancora Perla, «la filosofia che sta dietro l'agility non è quella dell'arrivare primi, bensì di raggiungere il massimo che di volta in volta si può dare. L'obiettivo di chi si avvicina a questo sport è mantenere attivo fisicamente e mentalmente il proprio amico. Se non interagisci con lui, che te lo prendi a fare un cane?».

«SPORT DEMOCRATICO» - C'è un altro vantaggio nell'agility: «Nessuno starà mai a guardare se il cane ha il tartufo ben pigmentato o se le sue proporzioni rispettano gli standard - conclude l'addestratore -. L'agility in tutte le sue varianti è una disciplina che può praticare qualunque esemplare, di razza pura o meticcio che sia. Insomma, è lo sport canino più democratico che ci sia».

Alessandro Sala
06 maggio 2011

http://www.corriere.it/animali/11_maggio_06/agility-dog-massimo-perla_0efee73e-77c3-11e0-b371-0fccdd35dd86.shtml
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