Le origini della razza

Germania, fine del diciottesimo secolo. Nel Württemberg (Germania del sud ) e nella Turingia (Germania del nord) inizia la storia della razza del cane da pastore tedesco da comuni cani da pastore locali. Il cane pastore della Turingia era piccolo e robusto, agile e energico, di colore grigio, con le orecchie dritte e la coda arrotolata sul dorso a mo' di sciabola. Il cane pastore del Württemberg erano grandi e robusti, con orecchie cadenti e la coda ai abbassava in una armoniosa curva. L' andatura di questo cane era tranquilla e fluida per non allarmare le pecore del gregge. Entrambe le due specie avevano pregi e difetti, ma con un lungo e paziente lavoro di incroci che registrarono successi e fallimenti si riuscirono ad eliminare i difetti e a consolidare i pregi. Quello che si cercava era una razza uniforme con caratteristiche comuni tipo taglia media, pelo con sottopelo per resistere alle rigide temperature tipiche della zona e orecchie dritte. Il risultato di uno di questi incroci, il cane era nato nel 1895 e proveniva della Turingia, venne comprato dal capitano di cavalleria Max von Stephaniz da un allevatore del Württemberg titolare dell' allevamento Von der Krone. Il cane si chiamava Hector Linkstein e von Stephaniz, che gli cambiò subito il nome in Horand Grafrath in onore alla sua tenuta ad Agusta (che poi divenne la sede SV), lo iscrisse subito nel libro delle origini con il numero SZ 1. Horand, di ceppo turingio, fu un elemento di rilievo rispetto allo standard di quei tempi (era l' anno 1900) : era bello e con un ottimo carattere. Ecco la descrizione che fece di lui Max von Stephaniz : " Horand incarnò per gli appassionati di quei tempi l' appagamento dei sogni più ambiti. Grande rispetto ai cani di quegli anni, misurava circa 60-61 cm. e aveva una forte ossatura, la costruzione armonica e la testa nobilmente espressiva. Essenziale nella struttura era un cane tutto nervi. E il suo carattere era pari alle sue qualità esteriori : meraviglioso nel suo fedele attaccamento al padrone e dimostrava anche una certa natura aristocratica associata ad una inarrestabile voglia di vivere. Nonostante che in gioventù non avesse ricevuto alcuna forma di addestramento, era attento e obbediente a ogni cenno del padrone ma se lasciato a se stesso diveniva il peggior furfante, il più selvaggio bracconiere e un incorreggibile attaccabrighe. Mai stanco, sempre in movimento, ben disposto verso gli estranei inoffensivi, mai sottomesso, gioioso verso i bambini e perennemente innamorato. "

Le discendenze

Trovato in Horand il capostipite modello incominciò la lunga e delicata fase di selezione destinata a fissare le specifiche della razza. Vennero fatti diversi incroci tra il capostipite e femmine provenienti dagli allevamenti del Württemberg e della Turingia (una femmina venne accoppiata con Horand ben quattro volte in tre anni), in totale Horand generò ben centocinquanta figli, tra i quali il più importante fu Hector v. Schwaben, sieger nel 1900 e 1901 che, operando in stretta consanguineità, fu accoppiato diverse volte con altre figlie di Horand dando così alla luce due importanti soggetti : Beowulf 10 e Pilot 3 molto utilizzati in seguito dagli allevatori come stalloni. Essi possono essere considerati, assieme a Heinz v. Starkenburg, come i pilastri della razza anche per il motivo di avere Horand come doppio nonno. Da un seguente accoppiamento di Heinz v. Starkenburg con la fattrice Bella v.Starkenburg veniva alla luce nel 1903 un altro campione : Roland v.Starkenburg che era un soggetto interamente nero (il colore originale della razza è il grigio e il nero) che aveva nelle sue ascendenze due strette consanguineità : la fattrice Lucie v.Starkenburg gli era due volte nonna ed Hector v.Schwaben una volta nonno e una bisnonno. Questo è senza dubbio un accoppiamento inbreeding (in consanguineità) intelligente che ha prodotto ottimi risultati. D' altronde agli inizi, data la scarsità di ceppi, tali accoppiamenti erano obbligati, tuttavia un uso intelligente permette di raggiungere in breve tempo l' esemplare cercato.


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